Campo Base Shisha Pangma, 2013
Non sono un Alpinista.
Nella tecnica certamente no, intendo.
Sono una persona fortunata che ha le possibilità di intravvedere i propri sogni e di cercarli attraverso esperienze fatta di giornate intense, cariche di emotività.
Non è il risultato numerico che inseguo, non faccio collezioni e non ho un approccio rigido alle cose, ma cerco risultati interiori.
Profondi, sostanziali.
Le mie affinità e le mie passioni mi hanno portato qui, ma potevo essere ovunque, altrove.
Unica condizione che l’esperienza mi costringesse alla fatica, al misurarmi con me stesso.
Al cercarmi ed al conoscermi.
All’educarmi, per il piacere del farlo, perchè è possibile farlo.
Se arrivassi in vetta a questa Montagna, chi non potrebbe dirmi che è comunque il più facile degli ottomila?
O che ho seguito la via normale, la più semplice , che non dice niente più?
Ed è vero per tutto!
Non sarebbe certo un risultato assoluto, anzi.
Ma quello che in questo periodo sto vivendo, fatto di fatica, di emozioni, gioia, difficoltà, affetti separati, di fragilità, di meraviglia, è come vivere cento giorni in uno.
E non è solo un problema di livello, di intensità.
E’ soprattutto un fatto temporale.
Intensità, si, ma nel lungo tempo..
Il mio carattere, o meglio la sua capacità di resistere nelle difficoltà, o a trovare soluzioni agli infiniti problemi che si propongono, sarà una parte di questo risultato.
Ma soprattutto la capacità di percepire, sentire, valorizzare, apprezzare stanno avendo una metamorfosi verso consapevolezze che non avevo.
Ogni giorno vissuto, fin dove arriverò, sarà un risultato verso me stesso, e quindi gli altri.
Di altro non so.
I risultati che cerco sono fatti di sostanza umana.